"Considerare il fratello come uno che ci appartiene, intuire i suoi desideri e prenderci cura dei suoi bisogni". Non è una frase tratta dall'ultima enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate. E' il testo di un piccolo cartello che si può leggere entrando nel locale d'accoglienza della Caritas Parrocchiale di S.Antonio da Padova a Perugia e che la dice lunga su come viene concepita l'accoglienza di chi ha bisogno. Aperto tre giorni alla settimana il Centro Caritas della Parrocchia offre ascolto, cibo, a volte soldi e indumenti a chiunque, italiano o no, si trovi in difficoltà.
Antonello, 70 anni, ex funzionario di banca, guida una decina di volontari che ogni mese assitono 250 persone con i più svariati problemi: dall'anziana rimasta sola che non riesce a pagare la bolletta del gas per questo mese, alla giovane coppia di extracomunitari che non ce la fa a tirare avanti con i tre bambini che ha fatto o al balordo che per l'ennesima volta ci prova a farsi dare qualcosa per poi andarselo a bere.
"Per ognuno bisogna avere uno sguardo diverso! - ci racconta con passione Antonello - Non si tratta semplicemente di fare i distributori di beni di necessità, ma di stabilire pian piano un rapporto per cui dal bisogno più concreto e impellente si passa poi a consigliare, ad aiutare e a condividere un modo, per esempio, di amministrare i soldi che vengono in casa, di educare i figli, di cercare lavoro, di rapportarsi con i parenti e col vicinato".
Visitando i locali ci rendiamo conto a colpo d'occhio di cosa significhi concretamente questa passione per l'altro: pur nell'esiguo spazio a disposizione, vediamo scaffali tenuti con ordine e pulizia, armadi per conservare gli abiti e le coperte, una sala con un tavolo stracolmo di maglie, camicie, pantaloni, gonne e coperte che attendono di essere revisionate, pulite, stirate e consegnate a chi ne avrà bisogno. Questa sala è affidata a Paloma, un'extracomunitaria che si è offerta come volontaria. "Quando si è stabilita un'amicizia e si riescono a comunicare i valori che ci muovono, ci si guarda diversamente. Magari succede che chi prima viene solo a chiedere poi ti propone di darti una mano, come è successo per Paloma che ora aiuta a gestire e a distribuire i panni usati che le famiglie ci portano e che mi colpisce sempre per il suo sorriso". Paloma ce lo mostra subito quel sorriso e non si trattiene da dare un bel bacio ad Antonello.
Una mamma ecuadoregna si avvicina in punta di piedi: "Signor Antonello, dopo, quando può le dovrei dire una parola..." "Va bene, appena posso arrivo. Intanto vai di sopra a vedere per i vestiti!"
Al piano terra entra un extracomunitario, sui trent'anni, dall'aspetto molto trasandato. E' ansimante e si tiene il ventre con le mani. "Mi sento male, datemi qualcosa...". "Vieni, mettiti seduto. Io ti conosco, sei già venuto lunedì scorso - gli dice Antonello - Cosa ti fa male? Vuoi un bicchier d'acqua?". "No, sto male! Se mi puoi dare qualcosa vado all'ospedale" "Ti porto io al Pronto Soccorso! Se stai male devi andare al Pronto Soccorso!" "No, ci vado da solo, ma ho bisogno di qualche soldo" "Ascolta Martin, io i soldi non te li dò, ma se stai male ti porto al Pronto Soccorso e poi vediamo cosa fare".
Il ragazzo alza la voce e insiste nella sua richiesta. In tre gli stanno intorno e cercano di farlo ragionare, se c'è bisogno alzando anche loro la voce. Poi finalmente si convince che la commedia non ha funzionato. Qualcuno lo accompagna in una stanza e cominciano a parlare.
"Qui capita di tutto ed è chiaro che sei sempre sproporzionato davanti al bisogno che incontri - dice Giuseppe, un altro volontario. Però ci stai davanti, come sei, col buon senso, cercando di capire qual'è il vero bisogno che spesso non è quello che immediatamente ti presentano. E' una bella faticaccia, ma fa crescere".
In un panorama italiano preoccupante che vede aumentare il numero delle famiglie considerate all'interno della soglia di povertà (secondo l’Istat In Italia nel 2008 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono stimate in 2 milioni 737mila e rappresentano l'11,3% delle famiglie residenti. Nel complesso sono 8 milioni 78mila gli individui poveri, il 13,6% dell'intera popolazione) l'Umbria ha fatto riscontrare un dato fuori dal coro per una riduzione percentuale dal 7,3 del 2007 al 6,2 del 2008 dell'incidenza di povertà relativa (dati Istat).La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro.
Crediamo che ciò sia certamente dovuto in gran parte al lavoro silenzioso, umile, paziente dei tanti Antonello & C. presenti nel tessuto della nostra Regione. Un arcipelago di imprese non iscritte alla Camera di Commercio o all'Associazione Industriali, che richiedono, però, non meno impegno, intelligenza, cura e dedizione della gestione di una ditta commerciale. Un lavoro svolto in condizioni precarie, senza sovvenzioni, senza ricerca di visibilità, utilizzando l'esperienza di tanti pensionati e la disponibilità di pochi giovani volontari. Un sottobosco dimenticato e a volte snobbato dai potentati, che svolge un servizio di altissimo valore civile e sociale, incontrando frange emarginate dall'economia globalizzata e offrendo loro conforto e sostegno ad esigenze che altrimenti potrebbero dar adito a tante problematiche sociali.
Come dice il Papa nella conclusione della sua enciclica: "Solo se pensiamo di essere chiamati in quanto singoli e in quanto comunità a far parte della famiglia di Dio come suoi figli, saremo anche capaci di produrre un nuovo pensiero e di esprimere nuove energie a servizio di un vero umanesimo integrale".
Antonello, 70 anni, ex funzionario di banca, guida una decina di volontari che ogni mese assitono 250 persone con i più svariati problemi: dall'anziana rimasta sola che non riesce a pagare la bolletta del gas per questo mese, alla giovane coppia di extracomunitari che non ce la fa a tirare avanti con i tre bambini che ha fatto o al balordo che per l'ennesima volta ci prova a farsi dare qualcosa per poi andarselo a bere.
"Per ognuno bisogna avere uno sguardo diverso! - ci racconta con passione Antonello - Non si tratta semplicemente di fare i distributori di beni di necessità, ma di stabilire pian piano un rapporto per cui dal bisogno più concreto e impellente si passa poi a consigliare, ad aiutare e a condividere un modo, per esempio, di amministrare i soldi che vengono in casa, di educare i figli, di cercare lavoro, di rapportarsi con i parenti e col vicinato".
Visitando i locali ci rendiamo conto a colpo d'occhio di cosa significhi concretamente questa passione per l'altro: pur nell'esiguo spazio a disposizione, vediamo scaffali tenuti con ordine e pulizia, armadi per conservare gli abiti e le coperte, una sala con un tavolo stracolmo di maglie, camicie, pantaloni, gonne e coperte che attendono di essere revisionate, pulite, stirate e consegnate a chi ne avrà bisogno. Questa sala è affidata a Paloma, un'extracomunitaria che si è offerta come volontaria. "Quando si è stabilita un'amicizia e si riescono a comunicare i valori che ci muovono, ci si guarda diversamente. Magari succede che chi prima viene solo a chiedere poi ti propone di darti una mano, come è successo per Paloma che ora aiuta a gestire e a distribuire i panni usati che le famiglie ci portano e che mi colpisce sempre per il suo sorriso". Paloma ce lo mostra subito quel sorriso e non si trattiene da dare un bel bacio ad Antonello.
Una mamma ecuadoregna si avvicina in punta di piedi: "Signor Antonello, dopo, quando può le dovrei dire una parola..." "Va bene, appena posso arrivo. Intanto vai di sopra a vedere per i vestiti!"
Al piano terra entra un extracomunitario, sui trent'anni, dall'aspetto molto trasandato. E' ansimante e si tiene il ventre con le mani. "Mi sento male, datemi qualcosa...". "Vieni, mettiti seduto. Io ti conosco, sei già venuto lunedì scorso - gli dice Antonello - Cosa ti fa male? Vuoi un bicchier d'acqua?". "No, sto male! Se mi puoi dare qualcosa vado all'ospedale" "Ti porto io al Pronto Soccorso! Se stai male devi andare al Pronto Soccorso!" "No, ci vado da solo, ma ho bisogno di qualche soldo" "Ascolta Martin, io i soldi non te li dò, ma se stai male ti porto al Pronto Soccorso e poi vediamo cosa fare".
Il ragazzo alza la voce e insiste nella sua richiesta. In tre gli stanno intorno e cercano di farlo ragionare, se c'è bisogno alzando anche loro la voce. Poi finalmente si convince che la commedia non ha funzionato. Qualcuno lo accompagna in una stanza e cominciano a parlare.
"Qui capita di tutto ed è chiaro che sei sempre sproporzionato davanti al bisogno che incontri - dice Giuseppe, un altro volontario. Però ci stai davanti, come sei, col buon senso, cercando di capire qual'è il vero bisogno che spesso non è quello che immediatamente ti presentano. E' una bella faticaccia, ma fa crescere".
In un panorama italiano preoccupante che vede aumentare il numero delle famiglie considerate all'interno della soglia di povertà (secondo l’Istat In Italia nel 2008 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono stimate in 2 milioni 737mila e rappresentano l'11,3% delle famiglie residenti. Nel complesso sono 8 milioni 78mila gli individui poveri, il 13,6% dell'intera popolazione) l'Umbria ha fatto riscontrare un dato fuori dal coro per una riduzione percentuale dal 7,3 del 2007 al 6,2 del 2008 dell'incidenza di povertà relativa (dati Istat).La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro.
Crediamo che ciò sia certamente dovuto in gran parte al lavoro silenzioso, umile, paziente dei tanti Antonello & C. presenti nel tessuto della nostra Regione. Un arcipelago di imprese non iscritte alla Camera di Commercio o all'Associazione Industriali, che richiedono, però, non meno impegno, intelligenza, cura e dedizione della gestione di una ditta commerciale. Un lavoro svolto in condizioni precarie, senza sovvenzioni, senza ricerca di visibilità, utilizzando l'esperienza di tanti pensionati e la disponibilità di pochi giovani volontari. Un sottobosco dimenticato e a volte snobbato dai potentati, che svolge un servizio di altissimo valore civile e sociale, incontrando frange emarginate dall'economia globalizzata e offrendo loro conforto e sostegno ad esigenze che altrimenti potrebbero dar adito a tante problematiche sociali.
Come dice il Papa nella conclusione della sua enciclica: "Solo se pensiamo di essere chiamati in quanto singoli e in quanto comunità a far parte della famiglia di Dio come suoi figli, saremo anche capaci di produrre un nuovo pensiero e di esprimere nuove energie a servizio di un vero umanesimo integrale".