Il complesso architettonico rimane tuttora vuoto e in disuso destinato ad una fantomatica "cittadella giudiziale" (almeno questo si sente in giro) e ci chiediamo come mai stenti tanto a prender forma il progetto di ridefinizione di un'area così vasta e così preziosa per la Perugia odierna.
Ce lo chiediamo ancor più notando, allibiti, l'enorme ampliamento del polo giudiziario perugino che sta occupando aree recuperate a servizio pubblico come quelle degli ex locali Enel lungo via XIV Settembre, di fronte allo sbocco della Galleria Kennedy, e alcuni piani del Palazzo delle Poste in Piazza Matteotti. Ci preoccupa il notevole incremento delle aree cittadine dedicate alla "giustizia" che sembra andar di pari passo con lo scadimento della qualità di vita nel centro storico soprattutto a livello di sicurezza dei cittadini.
Noi invece non possiamo far a meno di sottolineare come a Perugia continui a prosperare un tipo di "sviluppo" diciamo a "macchia di leopardo" dove, però, ogni macchia o lobby non pensa che a sé e alla possibilità di ingrandirsi senza tener conto di una possibile integrazione tra le energie culturali, finanziarie e politiche presenti, verso la conquista di un bene comune più vasto del proprio orizzonte.
Progetti di sinergia tra Enti locali, Università, Università per Stranieri, Polo giudiziario, Istituti bancari, Sovrintendenza ai BB.AA.AA., Associazioni imprenditoriali e del Commercio e qualsivoglia altro ente cittadino, pubblico o privato, se ci sono stati, al di là dei roboanti discorsi sotto i riflettori dei media, ci sembra che soffrano ancora di un mancato respiro determinato a "ripensare" globalmente la città per condurla verso un futuro più certo e meno provinciale.
Progetti di sinergia tra Enti locali, Università, Università per Stranieri, Polo giudiziario, Istituti bancari, Sovrintendenza ai BB.AA.AA., Associazioni imprenditoriali e del Commercio e qualsivoglia altro ente cittadino, pubblico o privato, se ci sono stati, al di là dei roboanti discorsi sotto i riflettori dei media, ci sembra che soffrano ancora di un mancato respiro determinato a "ripensare" globalmente la città per condurla verso un futuro più certo e meno provinciale.
Ma su questo argomento ci permetteremo di intervenire più dettagliatamente in un prossimo articolo.
Ci è capitato sotto gli occhi da qualche giorno l'esempio di una cittadina spagnola, Salamanca, che molto ha in comune con la nostra Perugia: è una città di antica storia; è una città universitaria(la sua Università è la più antica di Spagna); è capoluogo di provincia; vi si svolge una rilevante attività educativa soprattutto durante l'estate, che conta una grande affluenza di studenti stranieri.
Recentemente il carcere franchista di Salamanca, edificio imponente, sede di chissà quante ingiustizie e sofferenze, è stato trasformato, in un centro di arte contemporanea, il "Centro de Arte de Salamanca" - CASA o Domus Artium (DA 2). Le anguste celle dove vivevano i prigionieri del franchismo sono state conservate nel loro tetro aspetto originale, mentre a dare l'incipit alla costituzione di una collezione permanente è stata chiamata l'artista palestinese Mona Hatoum, che ha interpretato una delle pesanti porte girevoli di metallo dell'antico carcere come l'occasione di un'interazione fra il centro e i visitatori (questi passano ad uno ad uno attraverso la porta girevole, che li rinserra in un cunicolo mobile claustrofobico, mentre il ritmo regolare del movimento della porta è scandito dal friggere spettrale di alcuni pallidi neon).
In questo Centro de Arte, aperto alle più svariate esperienze di arte contemporanea, si svolgono anche attività di introduzione al linguaggio espressivo indirizzate ai bambini in età scolare che riscuotono grande successo.
Suggeriamo di prenderlo ad esempio magari andandosi a vedere ciò che vi sta accadendo cliccando sul web. Il sito è questo.
Buon lavoro!
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